Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Io yogo, tu yogi, egli… Yoga!

Quando lo yoga ed il mindfullness aiutano i bambini a sciogliere le tensioni ed ad avere più consapevolezza di sé e degli altri.

di Redazione

“Se ad ogni bambino di otto anni venisse insegnata la meditazione, riusciremmo ad eliminare la violenza nel mondo entro una generazione”. (Dalai Lama)

In un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo negli ultimi tempi, dove la socialità è molto limitata, soprattutto quella dei bambini, vogliamo farvi conoscere una interessante iniziativa avviata in una scuola palermitana grazie all’idea dell’ insegnante Ilenia Romeo di introdurre lo yoga in classe. Probabilmente molti non sanno che un protocollo ministeriale del 2007 consente l’insegnamento di questa disciplina nelle scuole, riconoscendone l’alto valore formativo. Iniziativa che ha poi suscitato molto interesse nella comunità scientifica dell’Università degli studi di Palermo, tanto da dar vita ad un vero e proprio studio.

Molteplici benefici

Un’analisi di cinque mesi che ha voluto evidenziare come questa famosa disciplina olistica, una delle più antiche, una delle più complete per la salute del corpo, della mente possa apportare notevoli benefici sia a livello fisico che mentale e dell’apprendimento.
Come nasce l’idea di questo progetto e come si è sviluppato?
“ Ho iniziato ad insegnare yoga durante le ore di educazione fisica nelle due classi a me assegnate. Erano due seconde. Già dalla prima elementare avevo introdotto dei momenti di attenzione al respiro e di ascolto del silenzio che ci hanno poi accompagnato anche durante le pratiche di yoga. L’anno seguente, la scuola ha programmato due settimane di attività a classi aperte e cosi ho pensato di proporre anche ad altre classi anche mescolate fra loro, le attività che facevo con i miei alunni. Ovviamente calibrando le attività secondo la fascia d’età. Un’iniziativa che ha avuto una certa eco tanto da farmi contattare dall’Università degli studi di Palermo che, in collaborazione con la associazione Posturalab Italia, ha avviato il progetto “Scuola Postura e yoga”.

“L’obiettivo della sperimentazione era indagare le correlazioni esistenti tra yoga e postura prendendo in considerazione sia l’aspetto neurofisiologico, che l’aspetto psico-emotivo ed in particolare attenzione ed autostima del bambino. Sono stati oggetto di studio gruppi di bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti ad uno screening posturale e alla somministrazione di questionari psicologici all’inizio e al termine del progetto. I gruppi erano composti da bambini praticanti yoga e un gruppo di controllo. Durante gli incontri i bambini sono stati coinvolti in un percorso teso a rafforzare ed accrescere in particolare le loro competenze nell’affrontare le proprie esperienze motorie e sensoriali. I bambini hanno appreso alcune posizioni di yoga, attraverso momenti dedicati alla percezione del respiro ed anche ad una presa di confidenza positiva con il silenzi.

Lo yoga per gestire stress, ansia e frustrazioni dei giovani alunni

Stress, ansia, rabbia sono emozioni molto più presenti ed evidenti nei bambini e nei giovani adoloscenti che vivono in una società i cui ritmi sono frenetici. Diversi studi hanno messo in evidenza come le difficoltà legate alla disciplina e allo studio vengono spesso vissute dall’alunno come una frustrazione e un senso di fallimento, soprattutto perché  associate a un crollo delle aspettative dei genitori e degli insegnanti. Occorre lavorare da subito perché il bambino riconquisti la propria autostima.
“I bambini attraverso lo yoga possono migliorare significativamente la percezione di sé, lo schema corporeo generale e segmentario, la capacità di autocontrollo e di gestione delle emozioni. In una realtà contemporanea – afferma Ilenia Romeo – che richiede continue prestazioni per auto affermarsi, in cui lo sguardo viene perennemente rivolto all’esterno per emulare paragonarsi, è quanto mai utile e necessario recuperare degli spazi di ascolto interiore per diventare consapevoli delle proprie emozioni, energie, attitudini, talenti, dolori e aspirazioni”.

L’approccio ludico come strumento di comunicazione

Bisogna “parlare” molto, attraverso i canali più consoni all’età e al carattere dell’allievo: il disegno, la drammatizzazione, i laboratori creativi, la cronaca sono alcune modalità che aiutano a esprimere e comunicare emozioni. Ma anche giochi di gruppo che tendono a migliorare le capacità di relazionarsi e collaborare con il gruppo. Lo yoga per bambini viene proposto loro in forma di gioco ma all’interno di uno spazio e tempo che diventa “sacro” simbolicamente, perchè loro spazio di benessere.

Respiro ed asàna

Altro momento fondamentale la consapevolezza del respiro che consente loro di muoversi nello spazio in maniera più fluida. migliorare forza, resistenza, equilibrio, coordinazione, flessibilità, e agilità. Si passa al corpo e agli àsana (cioè le posizioni yoga). “ Assumere un asana significa tante cose: disciplinare se stessi per accordarsi ad una forma, ascoltando corpo e respiro creando armonia tra corpo e mente”.
Molte posizioni yoga prendono spunto da elementi esistenti in natura: animali, piante; ma anche da favole avventurose che si traducono per i bambini in veri e propri percorsi di conoscenza. Sono storie positive che fanno risaltare valori e qualità come l’amicizia e la compassione. Inoltre, attivano nei bambini gioia e calma, favorendo poi la concentrazione. “Ascoltare il corpo senza guardarsi allo specchio ma sentendosi. Quando si riduce il livello di tensione nel corpo di un bambino il suo benessere fisico ed emotivo aumentano, sperimentano uno stato di calma e serenita che diventano sicurezza interiore”.

Yama e Niyama

Imparare a rilassarsi, conoscere e capire le emozioni e quindi sviluppare capacità di autocontrollo; riconoscere la bellezza della lentezza, della pausa, ma anche a fare propri alcuni principi che sono il fondamento dello yoga che sono “YAMA”, cioè non violenza, verità, onestà, controllo di sé attraverso la consapevolezza delle proprie emozioni, il non possedere. E “NIYAMA”, cioè l’accontentarsi, ovvero non volere ciò che hanno gli altri ma apprezzare ciò che si ha. “Lo yoga – prosegue la Romeo – è una disciplina che li mette in profonda connessione con se stessi e che, di conseguenza, li rende protagonisti non solo del momento dello yoga, ma dell’intera giornata scolastica.

Il ritorno al respiro nei momenti di tensione, frustrazione o difficoltà, il riconoscere nell’altro le emozioni non possono che diventare strumenti per vivere al meglio le relazioni, le prestazioni scolastiche ma anche tutte le situazioni extra scolastiche. Lo studio ha dimostrato il loro benessere e la loro gioia nel praticare, la maggiore capacità di rasserenarsi rispetto ad un momento difficile, a gestire la rabbia grazie al respiro, a poter esprimere ciò che sentono, a credere di poter superare i propri limiti che a volte è solo la loro mente ad imporre”.
Qui di seguito alcune degli asàna più semplici da poter fare a casa.
Mi raccomando, ricordatevi il respiro!
Namaste!

La posizione dell’albero è una delle più efficaci e divertenti. Il bambino sperimenta il suo equilibrio, la concentrazione e l’attenzione verso l’esterno immaginandosi un bellissimo e forte arbusto

 La posizione del triangolo, conosciuta anche come Trikonasana, ricorda la forma delle piramidi grandi e dorate. Assumendo la posizione del triangolo rispettando i propri limiti, il bambino riesce a stabilizzare il baricentro del proprio corpo, percepire l’allineamento tra anca e spalla e rendere forti le gambe.
 

Il cane che guarda in basso è una delle posture più note nello yoga e ricorda la posizione che assume il cane quando si stira dopo essersi appena svegliato. Grazie a questa posizione, il bambino riesce a stirare il retro delle cosce, rinforzare le braccia ed allungare la spina dorsale

La posizione del cobra, anche conosciuta come bujangasana, è una delle più efficaci per aprire il torace e risolvere eventuali atteggiamenti scorretti della colonna. E’ importante mantenere il collo dritto, i glutei contratti e i gomiti leggermente flessi. La respirazione è toracica e il viso è sorridente!

 

La posizione del gatto è un altra postura che ricorda un animale ben noto e spesso presente in molte case. Il bambino ha la possibilità di divertirsi assumendo questa posizione e immaginando di essere un dolce felino che riesce a rilassare la colonna vertebrale grazie al suo respiro. Ogni inspiro si guarda su inarcando dolcemente la schiena, ogni espiro si guarda giù verso l’ombelico lasciando cadere il collo verso il basso.

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