Quanti secoli sono passati prima che la nascita da miracolo, venisse vista e, soprattutto, vissuta come processo biologico, senza nulla togliere all’aspetto squisitamente spirituale? Avete mai riflettuto sull’evoluzione di questo evento, che da inspiegabile miracolo è divenuto, di pari passo con l’evoluzione dell’uomo e della scienza, un processo biologico seguito passo a passo?
In Sicilia, nel corso dei secoli, si sono stratificate tutte le culture e le popolazioni del Mar Mediterraneo. Si sono integrate tra loro, lasciando tracce indelebili sullo sviluppo genetico, sociale, linguistico, artistico e culturale dell’isola.
Le tradizioni culturali hanno sempre influenzato in modo determinante, tutte le società e anche le modalità di assistenza, sia alla donna durante la gravidanza e il parto sia al nuovo nato nei primi mesi di vita. Tutto ciò ha portato a una nuova consapevolezza: la nascita non è solo miracolo (in senso lato) ma è anche un processo biologico.
Le Tradizioni Culturali
Sino al Medioevo la gravidanza e il parto erano vissuti come eventi in cui prevalevano motivazioni ed elementi di natura mitica e religiosa.
Lasciando in pace le cicogne, le prime tracce di un approccio scientifico alla gravidanza e al parto possono essere registrate in Sicilia nel periodo normanno, durante il XII secolo. Purtroppo, solo attraverso la tradizione orale si sono trasmessi usi, costumi, procedure e credenze sulla gravidanza, il parto e l’allattamento in Sicilia.
Il ruolo degli scienziati
Dobbiamo alla ricerca di scienziati del XIX secolo, la raccolta di elementi che attestano come nelle diverse aree della Sicilia si procedeva di fronte a quello che fino a pochi secoli prima era considerato una sorta di miracolo: la gravidanza ed il parto.
Contemporaneamente alle ricerche di questi studiosi, nascono a Palermo discipline universitarie quali l’Ostetricia prima e la Pediatria dopo. L’evento nascita in Sicilia ha vissuto l’evoluzione dell’ostetricia, passata dalla pratica manuale delle levatrici a disciplina medica.
L’Università
Dopo l’istituzione della Cattedra di Ostetricia nelle Università siciliane, nel corso dell’Ottocento, progressivamente negli ospedali siciliani si diffusero le divisioni di ostetricia e ginecologia. Ancora a lungo la gravidanza ed il parto rimasero però eventi gestiti a domicilio e affidati all’esperienza delle levatrici. Tanti bambini, purtroppo, o anche tante giovani puerpere, pativano per un’assistenza che non era, ovviamente, quella di una struttura sanitaria. Il parto in casa ha lasciato pesanti strascichi sia sulla vita dei neonati che delle mamme.
Ma arrivano gli anni ’60 e arriva il cambiamento
Solo nel corso degli anni ’60 si è diffusa anche in Sicilia la cultura del parto in ospedale. Cultura che va interpretata come sicurezza in grado di contribuire a ridurre i tassi di mortalità neonatale.
L’istituzione della prima cattedra di Pediatria in Sicilia a Palermo, nel 1904, si deve prevalentemente al mecenatismo di Ignazio e Franca Florio. I due chiamarono a Palermo, Rocco Jemma, giovane medico, appassionato di pediatria. La famiglia Florio era in quel periodo al centro della vita economica della città,
La nuova Clinica Pediatrica venne edificata in pochi anni (la sua inaugurazione risale al 1907) su un’area attigua all’ex convento dell’Annunziata. Da alcuni anni trasformato in Ospedale dei Bambini; le due strutture integrate tra loro in vista di un già allora ben definito progetto di potenziamento della qualità dell’assistenza in pediatria.
Chi era Rocco Jemma
Rocco Jemma si circondò di uno stuolo di allievi, il più illustre dei quali era Giovanni Di Cristina. Quest’ultimo diede ulteriore impulso alla ricerca e all’assistenza nella clinica, prevalentemente in ambito infettivologico e nutrizionale.
Si devono alla sua lungimiranza la fondazione di due strutture deputate alla cura dei neonati e bambini: l’ospedale Aiuto Materno e l’ospedale Casa del Sole.
La Cultura Pediatrica
Uno strumento importante per diffondere la cultura pediatrica nel territorio, importante per sfatare le credenze popolari, spesso rischiose per il neonato, è stata l’Opera Nazionale Maternità ed Infanzia (ONMI), attivata alla fine degli anni ’20. Uno strumento determinante che trasforma la nascita da miracolo a processo biologico.
Il controllo clinico dei neonati e lattanti si deve a questa istituzione. Sciolta e riassorbita nel corso degli anni ’60, a favore della istituzione della rete di pediatria del territorio centrata sulla figura del pediatra di famiglia. Poi, diventata il massimo punto di riferimento per il bambino dalla quale si dirama l’intera rete delle strutture pediatriche.