Ci sono molti modi di guardare il Marocco. Un Paese che appare, agli occhi del viaggiatore, un caleidoscopio di sensazioni. Eppure, appena giunti in Marocco tutto ti sembra così geometrico e razionale. Il moderno aeroporto, le strade e le abitazioni. Sembra essere in una qualsiasi città europea.
Nessuna concessione a quella atmosfera di esotico mistero che aleggia a Casablanca, città molto bella, oggi troppo impegnata a ingrandirsi e modernizzarsi.
Ricchezza e povertà
Capitale economica del Marocco, è qui che si colgono le contraddizioni di un paese, nel quale ti capita di incrociare la ricchezza e la povertà allo stesso angolo di strada.
Ti viene da chiederti se questa megalopoli, così europea ma anche così visceralmente araba, sia il passe-partout per accedere alla comprensione del Marocco. Ai suoi riti, alle sue magie, a quel modo di fiabesca seduzione che i depliant turistici paiono offrirti a portata di mano.
La Medina
Mondo che si coglie ancora in parte nelle medine, vere e proprie città dentro le città.
Originario nucleo delle antiche città, le medine (la più famosa e popolosa con circa 350 mila abitanti è quella di Marrakech) si rivelano, all’occhio del viaggiatore, come qualcosa di più di un semplice mercato. Qui ci si incontra, si parla, si fanno affari, costituendo l’anima stessa di una città.
Ma, altresì, la sua memoria storica con i suoi angusti vicoli, le sue tradizionali botteghe artigianali, i suoi usi e costumi così coriacemente resistenti alla omologante forza della modernizzazione.
Marocco e Sicilia
Eppure, a volte, hai l’impressione di non avere lasciato la Sicilia. Molti suoni, colori, scenografie di quest’immenso palcoscenico della vita, ti rimandano con la mente all’altra sponda del Mediterraneo.
La folla ai margini
Come gli stessi volti di quei queruli bimbi che ti sciamano attorno per qualche spicciolo o caramella o di quei cialtroneschi mercanti con i quali, alla fine di un acquisto, non sai mai se hai concluso un affare oppure preso un clamoroso bidone o, ancora, di quelle donne dagli occhi struggenti e dalla carnalità prorompente.
E ti sembra impossibile che quelle donne ( talune dagli occhi di sconvolgente bellezza) possano ancora essere umiliate, laddove – specialmente nell’interno del paese – pare non esservi stata nessuna censura con il passato.
Le donne dei villaggi
Ti capita così, lungo la strada che da Fes ti porta a Marrakech, di imbatterti in donne che come ormai cento anni fa in Occidente, chine su se stesse, lavano i panni sul greto di un torrente.
Donne senza tempo che, nonostante il Marocco sia un dei paesi musulmani più tolleranti e più aperto, non sono state risparmiate da un opprimente stereotipo di vita che li proietta più nel passato che nella contemporaneità.