Paese che vai e usanza che trovi? Vivere alla giornata non è mai rientrato nella filosofia dell’italiano medio. Magari è stato costretto e ha dovuto accettare, suo malgrado, un nuovo modo di vivere. Adattabilità. Versatilità. Chiunque si ritrovi per caso o per scelta in lungo e in largo per il continente australiano, non mancherà di notare una serie di contraddizioni in tutti i settori della vita, che spesso contrastano con una logica tutta europea. E che non mancano di farti sentire un pesce fuor d’acqua. E’ strano ascoltare le reminiscenze di italiani che approdarono lì negli anni ’50 e ’60, con il loro accento ancora duro in un inglese mescolato a un dialetto ancestrale.
Radicati alle tradizioni
Parlano inglese, guidano auto tecnologicamente avanzate, capiscono di informatica, ma se il discorso cade sui valori di vita attuali e il modo di vivere di una volta, senti parlare delle modalità di fare il pane impastato con grano duro impastata e cosparsa su lunghe pietre piatte e tolte dalla brace, di viaggi a piedi di chilometri prendere il bus dal paesino, di lavori duri e pesanti, come quello della coltivazione e raccolta del tabacco senza remunerazione e via dicendo.
Il salto all’indietro
Il salto all’indietro è quasi di un secolo. E poco importa se parliamo dell’entroterra campano, di un paesino della Puglia o di un borgo siciliano.
E che dire dei ristoranti italiani così in voga o degli chef tanto contesi a suon di dollari.
L’Australia all’avanguardia nel settore ambientale
In campo ambientale, poi, è risaputo quanto l’Australia sia all’avanguardia nella protezione e valorizzazione dell’ambiente. E che dire, però, della noncuranza con cui viene affrontato il problema dell’inquinamento del fiume Murray, il secondo per importanza di tutto il continente.
L’assenza di pioggia e sfruttamento indiscriminato della risorsa potabile completano l’opera.
Insomma, tutto il mondo è paese!