Animazione turistica. In un romanzo di Agata Chistie del Quarantadue, i due protagonisti, Josephine e Raymond, dipendenti di un albergo di lusso, intrattengono piacevolmente gli ospiti dell’albergo. Eseguono numeri di danza nel salone. Insegnano tennis agli ospiti dell’albergo. Raymond fa ballare le signore che sembrano annoiarsi. Mentre, Josephin organizza i tavoli del bridge e fa socializzare gli ospiti.
La professione animatore negli anni Cinquanta
Nel Cinquanta, il fondatore del Club Méditerranée nelle Isole Baleari, Gilbert Trigano, comincia a estendere tali servizi al turismo di massa. Trasforma il villaggio sulle Isole in un’offerta turistica più accattivante. Ingaggia persone che, in cambio di ospitalità gratuita, insegnano agli altri ospiti attività sportive. Si offrono di gestire l’accesso alle strutture sportive.
La professione animatore negli anni Sessanta
Negli anni Sessanta, la professione animatore cambia. Nasce l’esigenza di badare ai bambini in vacanza con i propri genitori. Tutto, mentre mamma e papà sono impegnati nelle attività ricreative offerte dalla struttura di cui sono ospiti. Nascono, così, i primi MiniClub.
La professione animatore negli anni Settanta
Gli anni Settanta, poi, segnano l’organizzazione dell’intrattenimento serale, costituito da giochi, piccoli spettacoli e tanta musica. Un’altra svolta nell’animazione turistica.
Nei decenni successivi, queste forme di intrattenimento vario delineano quella che, oggi, è considerata un’attività vera e propria. Attività, dedicata ai turisti in vacanza: l’animazione turistica.
In cosa consiste questa attività
Con tale termine, si intende l’insieme delle attività di carattere ludico, sportivo e ricreativo. Si tratta di cose organizzate da personale specializzato, all’interno di una struttura ricettiva. Ciò, al fine di intrattenere e divertire gli ospiti soggiornanti, di favorirne la conoscenza reciproca e di facilitare loro la fruizione dei servizi e delle opportunità che la struttura offre.
Un’attività multifunzionale
Le funzioni dell’animazione turistica sono tante. In primo piano, abbiamo l’attività di relazione, chiamata anche animazione di contatto. Questa consiste nell’entrare in relazione amichevole con tutti gli ospiti presenti nella struttura al fine di facilitarne la socializzazione reciproca.
Poi abbiamo l’attività di intrattenimento, che consiste nell’organizzazione e realizzazione di una serie di appuntamenti diurni e serali. Tutti, volti al divertimento, attraverso giochi, happening e varie performance spettacolari.
Infine, sempre tra le più importanti, abbiamo l’attività di servizio, dove prevale il servizio di informazione, la gestione delle strutture, prenotazione, noleggio o promozione di brevi escursioni, nonché l’istruzione di varie discipline sportive.
L’animazione internazionale
Molte strutture offrono, pure l’animazione turistica internazionale. A offrirla sono le strutture ricettive dove confluiscono contemporaneamente ospiti di provenienza straniera. In questo caso, lo staff operativo viene composto da operatori multilingue. Nelle attività serali, prevalgono il ballo, il canto e la comicità muta.
L’animazione turistica
Attualmente il servizio di animazione turistica viene reso attraverso uno staff di operatori selezionati, strutturati in forma gerarchica. Hanno un responsabile unico al vertice, cui fanno capo tutti quanti. Ognuno ha, comunque, una competenza specifica, relativa a tutte le attività offerte dalla struttura ricettiva. Insomma, la professione animatore è, ormai, ben strutturata e organizzata.
Il mercato dell’animazione turistica
Attualmente, il mercato dell’animazione turistica viene strutturato in base al cosiddetto dipartimento interno, all’outsourcing e alla formula mista. In genere, nel mercato italiano, i tour operator, affiliati a marchi forti, prediligono impostare il servizio, applicando la formula del dipartimento interno alla propria azienda. Mentre quelli che gestiscono strutture con marchio proprio, preferiscono affidare il servizio in outsourcing, appaltandolo ad una delle molte agenzie di animazione presenti sul territorio. Sui mercati internazionali prevale invece un modello misto, dove ad un ristretto nucleo direttivo interno all’azienda viene affiancato il gruppo esterno.
I giovani rappresentano la categoria privilegiata
Il mercato del lavoro, nell’offerta della professione animatore, predilige i giovani. A svolgere questa attività, infatti, sono prevalentemente ragazzi dai 18 ai 25/28 anni. Si tratta di un’attività stagionale che, comunque, offre discrete opportunità a un numero sempre più consistenze di operatori. In Sicilia, l’offerta è molto più ridotta, perché l’attività di animazione è richiesta soltanto in estate. L’unica stagione considerata turistica.
Il resto dell’anno, il turismo nell’Isola entra in un profondo letargo.